Siria, la speranza tra le macerie

La sede secondaria di Gaeta dell’associazione Gocce di Fraternità Onlus, con il Patrocinio della Fondazione Caboto di Gaeta, in collaborazione con l’associazione Pro Terra Sancta e il gruppo musicale Armonie, organizza il convegno sul tema: “Siria, la speranza tra le macerie” il 5 maggio 2018 ore 18.30 presso la Sala Conferenze A. Mitrano ITS Fondazione G. Caboto in via Annunziata 58 a Gaeta, con la partecipazione di Teresa Cinquina dell’Associazione Pro Terra Sancta.

In Siria, continua una guerra disastrosa iniziata nei primi mesi del 2011 che causa alla popolazione sofferenze indicibili, esecuzioni di massa, uccisioni, arresti, rapimenti e torture. L’embargo internazionale impedisce l’esportazione, i prezzi dei prodotti sono schizzati alle stelle. Molte aziende hanno chiuso e milioni di lavoratori sono disoccupati; il turismo è inesistente. Moltissime famiglie hanno perso la casa. Si soffre la carenza di energia, la mancanza di cibo e acqua potabile, l’assenza di assistenza e forniture mediche.

L’Associazione pro Terra Sancta è l’associazione no profit (ONG-Onlus) a servizio della Custodia di Terra Santa, presente laddove risiedono i frati francescani in Medio Oriente.
I progetti dell’Associazione pro Terra Sancta sono finalizzati al sostegno e alla formazione delle comunità cristiane, all’opera di conservazione e valorizzazione dei Luoghi Santi e di aiuto umanitario alle popolazioni in difficoltà.

Il convegno apre un percorso di iniziative di Goccia Gaeta e il gruppo musicale Armonie, attraverso concerti dal titolo “I cuori battono ancora”, i quali, oltre ad offrire spunti di riflessione, con letture e musiche, sul tema della fraternità, della giustizia, della solidarietà e della speranza, hanno lo scopo di raccogliere contributi a favore della parrocchia di San Francesco in Aleppo (Siria).

La parrocchia si prenderà cura dei bambini orfani, abbandonati dalle proprie famiglie e di tutti coloro che sono nati da donne in seguito a stupri e abusi.
In questi casi infatti, i bambini e le loro madri non ricevono nessun tipo di assistenza dallo Stato (anzi, vengono guardati con ostilità perché considerati figli del peccato e non vengono iscritti all’anagrafe), e in tante occasioni vivono in condizioni terribili. È una parte della società che nessuno vuole guardare, emarginata da tutti e bisognosa di tutto; di cibo, acqua, ma anche di un recupero psicologico e sociale.”