Nei tempi passati, i pellegrinaggi alla Cappella della Madonna della Colomba erano frequenti e non limitati ai giorni tradizionalmente dedicati alla devozione e, cioè, il Lunedì dell’Angelo e l’Assunzione di Maria al cielo.
Ogni volta che si presentava la necessità di chiedere una “grazia” importante, la famiglia in difficoltà supportata da parenti, amici e conoscenti organizzava una processione. Arrivavano in paese, a piedi, pregando e cantando durante tutto il percorso. A loro spesso si univano i residenti. Quando si arrivava nei pressi della Cappella si camminava a piedi scalzi e anche in ginocchio. All’arrivo, davanti all’immagine della Madonna, coralmente, insistentemente, spesso in lacrime, veniva espressa la necessità del momento e implorata la grazia. Talvolta, la situazione drammatica della persona, della famiglia o della comunità veniva anche rappresentata da personaggi scelti precedentemente con cura. Quasi sempre al corteo facevano parte bambini e bambine vestiti di bianco. Terminate le preghiere, le implorazioni e la Messa – se c’era – prima di ripartire si attingeva acqua alla fontana del Palombaio, da sempre ritenuta benefica e miracolosa. Se riflettiamo sul fatto che, ancora oggi, vengano a ringraziare la Madonna figli e nipoti di persone che hanno ricevuto una grazia tantissimi anni fa, non solo da paesi e città vicini, ma anche da altre zone d’Italia e dall’estero, possiamo capire quanto fosse profonda e radicata la devozione e la fede verso questo particolare immagine di Maria della Palomba o della Colomba, cioè dello Spirito Santo.
La devozione per San Rocco nella nostra zona è stata sempre molto sentita. Ancora vivente, Rocco aiutò molte persone a guarire. Secondo la tradizione fu grazie a Lui che la peste non riuscì a entrare a Castellonorato. La cappella a Lui dedicata è già menzionata nella Visita Pastorale del Vescovo Pignatelli nel 1723. La statua, del 1882, reca la dicitura: “A ricordo del 75° anniversario della liberazione della peste”.