Campodimele festeggia il Patrono sant’Onofrio

Onofrio, che in copto e in greco significa “colui che è sempre felice, che è continuamente buono”, è il santo protettore della cittadina di Campodimele, posta su un ameno colle all’interno del Parco regionale dei Monti Aurunci.

Monaco della regione di Tebe ma fattosi anacoreta, ossia eremita dedito alla contemplazione e alle pratiche ascetiche, Onofrio visse nel deserto dell’Alto Egitto tra il 320 e il 400 d.C., i suoi capelli e la sua barba erano “bianchi come la neve” e arrivavano fino ai piedi. Privo di vestiti, con solo una cintura di foglie attorno ai fianchi, così venne visto dal monaco Pafnuzio che ci tramandò la aua storia. Egli dice che appariva radioso, sublime e maestoso. Disse a Pafnuzio che il suo angelo custode lo aveva condotto lì e che all’inizio si cibava solo con rare piante del deserto, finché l’angelo non iniziò a portargli del pane per saziare la sua fame. Per provvidenza di Dio nacque accanto al suo riparo una palma che produsse buoni datteri. E una sorgente sgorgò nei pressi. Ma Onofrio sottolineava come egli si nutrisse e si abbeverasse soprattutto delle “dolci parole di Dio”. Quando Pafnuzio domandò come potesse ricevere la comunione, il santo rispose che un angelo di Dio gliela portava ogni sabato e gliela dava. L’indomani il vecchio eremita disse a Pafnuzio che quello sarebbe stato il giorno della sua dipartita da questo mondo. Si inginocchiò, pregò Dio e morì. Pafnuzio vide una luce illuminare il corpo del santo defunto e udì il canto degli angeli. Dopo aver seppellito il corpo di Onofrio, Pafnuzio fece ritorno al suo monastero annunciando a tutti la morte di questo santo anacoreta.

Da allora la Chiesa cattolica e quella ortodossa celebrano la sua memoria il 12 giugno. I benedettini di Montecassino costruirono un piccolo monastero non lontano da Campodimele. E da allora il santo eremita è diventato il principale intercessore dei suoi abitanti, che lo invocano sempre e lo festeggiano nel mese di giugno. Anche quest’anno il 12 giugno alle 11 nella chiesa parrocchiale di san Michele Arcangelo sarà presente l’arcivescovo Luigi Vari per celebrare la Messa solenne e camminare con il popolo nella processione lungo tutto il paese. In particolare, quest’anno, ricorrono 900 anni dal restauro del primo monastero e dalla donazione dello stesso confermata da Leone, signore di Fondi, a Oderisio II, abate di Montecassino.

don Paolo Andrea Natta,
amministratore parrocchiale

 

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