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SANTI ERASMO E MARCIANO, VESCOVI E MARTIRI
2 giugno S. Erasmo, Vescovo missionario (corepiscopus) originario di Antiochia, subì persecuzioni e feroci torture sotto l’imperatore Diocleziano e successivamente morì a Formia (il 2 giugno secondo il Martirologio Geronimiano), dove era stato accolto dal Vescovo della città San Probo, che gli diede degna sepoltura. Verso la fine del IV secolo, sulla tomba, che è stata recentemente ritrovata negli scavi archeologici eseguiti sotto la chiesa, venne edificato un piccolo santuario (martyrium) e in seguito una Chiesa basilicale che fu sede episcopale. Alla metà del secolo IX le sue reliquie, a causa delle incursioni saracene, furono trasferite a Gaeta, nuova sede diocesana, dove si era rifugiato il Vescovo di Formia.
S. Marciano, Vescovo anch’egli di origine antiochena, inviato in Sicilia per evangelizzare, divenne Vescovo di Siracusa e lì subì il martirio. Il suo corpo fu sepolto in quella città e vi rimase fino all’827 quando i Saraceni invasero l’isola: in quel periodo le spoglie del Santo Martire furono trasferite a Patrasso da dove giunsero a Gaeta per l’iniziativa di alcuni mercanti gaetani che ne acquistarono l’urna contenente le sacre reliquie. La sua festa è assegnata dal Martirologio Romano al 14 giugno, ma nell’Arcidiocesi è stata unita alla ricorrenza di S. Erasmo (2 giugno) con decreto della Sacra Congregazione dei Riti del 13 dicembre 1800.
2 giugno S. Erasmo, Vescovo missionario (corepiscopus) originario di Antiochia, subì persecuzioni e feroci torture sotto l’imperatore Diocleziano e successivamente morì a Formia (il 2 giugno secondo il Martirologio Geronimiano), dove era stato accolto dal Vescovo della città San Probo, che gli diede degna sepoltura. Verso la fine del IV secolo, sulla tomba, che è stata recentemente ritrovata negli scavi archeologici eseguiti sotto la chiesa, venne edificato un piccolo santuario (martyrium) e in seguito una Chiesa basilicale che fu sede episcopale. Alla metà del secolo IX le sue reliquie, a causa delle incursioni saracene, furono trasferite a Gaeta, nuova sede diocesana, dove si era rifugiato il Vescovo di Formia.
S. Marciano, Vescovo anch’egli di origine antiochena, inviato in Sicilia per evangelizzare, divenne Vescovo di Siracusa e lì subì il martirio. Il suo corpo fu sepolto in quella città e vi rimase fino all’827 quando i Saraceni invasero l’isola: in quel periodo le spoglie del Santo Martire furono trasferite a Patrasso da dove giunsero a Gaeta per l’iniziativa di alcuni mercanti gaetani che ne acquistarono l’urna contenente le sacre reliquie. La sua festa è assegnata dal Martirologio Romano al 14 giugno, ma nell’Arcidiocesi è stata unita alla ricorrenza di S. Erasmo (2 giugno) con decreto della Sacra Congregazione dei Riti del 13 dicembre 1800.
BEATA VERGINE MARIA DELLA CIVITA (compatrona)![](https://www.arcidiocesigaeta.it/wp-content/uploads/sites/2/2017/10/Madonna-della-Civita-2-300x300.jpg)
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21 luglio
La Madonna della Civita è venerata nell’omonimo Santuario situato sul Monte Civita nel territorio di Itri. La festa della Civita non è solo una festa della città di Itri, ma di tutti i paesi del circondario che da sempre sono devoti alla Madonna. Il giorno della ricorrenza vengono in massa a partecipare alla sacra processione che si snoda per tutto il paese. La festa è anche l’occasione per gli emigrati di tornare al paese di origine.