
Carissimi,
a voi un cordiale e affettuoso saluto nella pace del Signore.
In questo tempo e in modo particolare nell’anno giubilare, la nostra festa religiosa si dipinge di una attesa del tutto particolare. Le nostre aspettative si alimentano di eventi personali e comunitari coinvolgenti, che ci rendono non dei semplici spettatori ma, protagonisti di una realtà religiosa e sociale unica e indissolubile nel suo genere.
La nostra fede, il nostro impegno nel voler offrire sempre il meglio, trova risposta nel voler onorare la nostra amatissima Maria Santissima Addolorata. In questa festa si prende sempre più consapevolezza di una appartenenza e una storia che va oltre una semplice tradizione. Mentre nella pietà popolare si corre il rischio di esprimere un ripetere, un ricordo o una memoria, per noi è l’occasione per scrivere una “nuova” pagina di un racconto di fede. Seppur ancorati ad alcune forme tradizionali, sin dalle sue fasi di preparazione la Festa dell’Addolorata, coinvolge l’intera popolazione di Castelforte e tutte le sue Istituzioni civili e militari, con la vicinanza e il sostegno di molti fedeli limitrofi.
Ma se tutto ciò viene vissuto con autentica fede, la festa patronale nella sua profonda religiosità ci conduce in quella porta del mistero divino che richiama nel pregar semplice lo sguardo di una “Mamma Addolorata” che ci permette di essere vicini al Signore più di quanto possiamo immaginare.
Carissimi, in questo Anno Santo Giubilare, con suppliche e invocazioni, facciamo spazio nel nostro cuore a due forme di riconciliazione: quella spirituale e quella umana. La prima con Dio, la seconda con noi stessi e con gli altri. Essere amici e ancor di più fratelli e sorelle nella fede può far crescere in noi il desiderio di essere “pellegrini di speranza” ed elevare la nostra fragile realtà umana a qualcosa di più grande.
O Maria Santissima Addolorata, veglia su di noi e sul nostro Paese e su tutti coloro che confidano in te, veglia e custodisci i nostri ragazzi e giovani, illumina e guida i passi di ognuno di noi, per credere sempre di più che la pace vera vale più di ogni altra cosa. Evviva Maria!
don Fabio Gallozzi,
parroco