La Chiesa: comunità sinodale aperta al territorio

«La Chiesa: casa di pace e di futuro». Questo il tema dell’Assemblea diocesana che avrà la sua prima tappa il prossimo 22 ottobre alle 18.30 presso la chiesa di San Giovanni Battista in Formia. Il titolo scelto ripropone quello della Lettera pastorale che l’arcivescovo Luigi Vari ha indirizzato quest’anno alla Chiesa di Gaeta, riprendendo e sviluppando un passaggio dell’intervento di papa Leone XIV all’assemblea dei Vescovi della CEI dello scorso giugno.

Senza dubbio il riferimento alla pace e al futuro risulta particolarmente significativo in questo passaggio storico che l’umanità sta vivendo. La pace in Palestina, con gli accordi che vengono siglati a Sharm el-Sheikh alla presenza dei leader mondiali, è un segno di speranza per il futuro di quella regione, martoriata da una irragionevole e sproporzionata rappresaglia militare che ha causato migliaia di vittime innocenti. Gli accordi di pace, inoltre, costituiscono una possibilità concreta che può dare avvio ad una fase nuova della storia nn solo di quella regione, manifestando come solo sulla giustizia e non sul potere delle armi sia possibile edificare una pace che duri nel tempo.

Custodire la pace che apre al futuro è compito fondamentale della comunità ecclesiale impegnata a costruire relazioni di fraternità fondate sull’amore di Dio, sulla misericordia e sulla giustizia. Una comunità generativa, aperta al territorio ed inserita nella storia testimone di una speranza che va oltre l’orizzonte delle vicende immediate. Questa la prospettiva che monsignor Vari ha voluto consegnare alla Chiesa di Gaeta con la sua lettera e che sarà oggetto di un percorso assembleare che ne accompagnerà il cammino per tutto quest’anno pastorale da ottobre a maggio.

La prima tappa di questo itinerario avrà luogo il prossimo 22 ottobre con l’intervento in assemblea del Cardinale Roberto Repole, arcivescovo di Torino e vescovo di Susa. La sua presenza nel primo appuntamento dell’itinerario progettato dal Consiglio pastorale diocesano dovrà dare l’avvio ad una riflessione che porterà la Chiesa di Gaeta a proseguire l’opera di rinnovamento sinodale secondo un orizzonte missionario già da diversi anni in atto ormai. In questa prospettiva si colloca l’intervento del Cardinale Repole. Nel suo ministero episcopale, a partire dalla sua lettera pastorale “Quello che conta davvero” del 2023, egli ha delineato un’opera di ripensamento della forma e della presenza delle comunità parrocchiali inserite nel contesto territoriale vasto e variegato delle diocesi di Torino e di Susa, indicando alcune specifiche prospettive di rinnovamento: l’attenzione al territorio, alla sua complessità e ai suoi cambiamenti; la cura dell’Eucaristia domenicale; il rinnovamento del servizio del ministero ordinato e del servizio dei laici; la necessità di operare in una logica di fraternità tra superi ogni tentazione di campanilismo.

Su questa linea l’intervento del Cardinale Repole vuole offrire prospettive di rinnovamento delle comunità parrocchiali della Chiesa di Gaeta, tenendo conto delle loro peculiarità, delle loro ricchezze e delle loro criticità. Assumendo come particolarmente fruttuosi il cammino di crescita sinodale, le collaborazioni pastorali, i percorsi formativi messi in atto nella diocesi in questi anni, il Consiglio pastorale ha fatto proprie le indicazioni dell’arcivescovo Vari e ha proposto nella prima tappa dell’Assemblea pastorale un momento di riflessione che vada a consolidare il cammino intrapreso e offra nuove prospettive di rinnovamento. Tra incertezze, crisi e criticità il cammino della Chiesa di Gaeta, come di tutta la Chiesa, è sempre illuminato dalla speranza del Regno che nella storia cresce come il seme gettato dal seminatore nel terreno: il suo germogliare si realizza sia che il seminatore dorma o vegli, sia di notte che di giorno, come egli non sa, manifestando una forza generativa che si consolida nel tempo e supera le forze stesse dei servi di quel seme, cui compete solo l’onere di seminare e il dono di raccogliere il frutto opera di Dio.

don Carlo Lembo,
vicario per la pastorale


Chi è il Cardinale Roberto Repole?

Il Cardinale Roberto Repole ha conseguito il dottorato in Teologia nel 2001 presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma con una tesi su “Chiesa, pienezza dell’uomo: oltre la postmodernità: G. Marcel e H. de Lubac”.

Tra i vari incarichi è stato preside della sezione di Torino della Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale, membro del Agenzia della Santa Sede per la valutazione e la promozione della qualità delle università e facoltà ecclesiastiche (AVEPRO) e dal 2011 al 2019 presidente dell’Associazione Teologica Italiana.

Nominato nel 2022 da papa Francesco arcivescovo di Torino e vescovo di Susa, ha ricevuto l’ordinazione episcopale il 7 maggio 2022 ed è stato creato Cardinale nel Concistoro del 7 dicembre del 2024.

In riferimento al rinnovamento delle comunità, tema dell’Assemblea pastorale della Chiesa di Gaeta, nella sua ultima lettera pastorale, La Parola sul cuore, il Cardinale Repole scrive: “Siamo chiamati a ristrutturare le parrocchie che abbiamo ereditato, perché restino comunità vive, preoccupate non di auto-preservarsi ma di vivere con gioia di Cristo e di accogliere con libertà qualunque persona vi si accosti”.

 

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