Luigina Sinapi, originaria di Itri, proclamata “venerabile”

“Venerabile”. Da fidata, riservata consigliera di Pio XII, figlia spirituale di Padre Pio, prima veggente del Santuario delle Tre Fontane di Roma, instancabile benefattrice dei poveri dei suoi tempi, a nuova futura santa del terzo millennio. È Luigina Sinapi, la Serva di Dio nata a Itri l’8 settembre 1916 e morta a Roma il 18 aprile 1978, proclamata il 27 gennaio scorso da papa Francesco “venerabile” dopo un lungo processo canonico avviato il 26 marzo 2004 da Giovanni Paolo II, un anno prima della scomparsa. Una dichiarazione di venerabilità che avvia Luigina Sinapi agli onori degli altari in attesa di essere proclamata “beata”, il primo riconoscimento di santità che le sarà riconosciuto appena la Commissione di esperti della Congregazione per le Cause dei Santi verificherà un miracolo avvenuto tramite la sua intercessione.

Casa natale di Luigina Sinapi a Itri

“È un riconoscimento importante e profondamente significativo che premia una intera vita di preghiera, di servizio alla Chiesa e ai poveri della nostra illustre concittadina”, le prime parole pronunziate da don Guerino Piccione, parroco delle chiese di santa Maria Maggiore e di san Michele Arcangelo di Itri, nel dare la notizia durante le Messe di domenica 2 febbraio. “Ma è anche il coronamento di un lungo percorso di altrettante preghiere recitate da quanti hanno conosciuto direttamente ed indirettamente l’opera della nuova venerabile, per la quale siamo chiamati a pregare con più forza per accompagnarla lungo l’ultimo tratto di percorso che occorrerà attraversare per la beatificazione”, l’esortazione di don Piccione. La notizia, appena ufficializzata dal Vaticano, è stata accolta con emozione ed entusiasmo, non solo a Itri. A Roma, ad esempio, tra i primi a compiacersene sono stati i padri Passionisti, la Comunità delle Tre Fontane e i volontari della Comunità di sant’Egidio che, col fondatore Andrea Riccardi ed il presidente Marco Impagliazzo in primis, hanno nutrito da sempre per lei sentimenti di ammirazione, elevandola ad esempio per i loro impegni in difesa di poveri e bisognosi. A Itri, poi, oltre all’entusiasmo, sta per decollare un movimento popolare per il varo di iniziative socio-culturali e religiose sulla figura e l’opera di Luigina Sinapi per onorarla e avvicinarla ancora di più alle nuove generazioni, in ideale collegamento con un’altra figura, nativa anch’essa di Itri, che ha segnato la storia della vita della Chiesa del ‘500, il beato Paolo Burali d’Arezzo, cardinale di Napoli, che mancò l’elezione papale solo a causa di un incidente mortale.

“Angolo della preghiera” nella chiesa a Itri

Quasi cinque secoli dopo, quindi, ancora da Itri prende forma e vita un’altra storia di santità con Luigina Sinapi, che prima di trasferirsi a Roma – dove, da laica consacrata, lavorerà, aiuterà poveri ed ultimi, servirà Pio XII – nel suo paese natio si formerà alla “scuola” del Santuario della Madonna della Civita e fin dalla fanciullezza sarà precoce testimone di veggenza mariana. Sul monte Civita, inoltre, nel 1940 vara anche un centro di accoglienza per sfollati e vittime del conflitto mondiale, con lo stesso spirito di servizio e di devozione che l’accompagnerà per tutta la vita. Fino a portarla alle soglie della santità.

Orazio La Rocca
vaticanista

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