Nepal: appello alla solidarietà

Carissimi,

conosciamo tutti la immane tragedia del terremoto che il 25 aprile scorso ha piegato il Nepal, ma i numeri ancora provvisori della catastrofe sono davvero spaventosi:oltre 7.500 i morti registrati, oltre 14.000 i feriti, 8 milioni le persone colpite, 2.8 milioni gli sfollati e oltre 300.000 le abitazioni danneggiate, il 60% delle quali completamente distrutte.

La situazione delle zone colpite è talmente disperata da indurre il direttore di Caritas Nepal, padre PiusPerurama, S.J.,ad affermare, rivolgendosi a tutti noi per quello che possiamo fare per loro nelle nostre comunità: ”È stato il peggior terremoto che si ricordi. C’è bisogno di tutto, aiutateci”. Il sisma ha colpito un Paese tra i più poveri al mondo con basso sviluppo umano, alti indici di povertà, servizi pubblici carenti, soprattutto quelli sanitari, e infrastrutture arretrate sia nei trasporti che nella fornitura di energia, dove metà della popolazione vive con un dollaro al giorno e dove i bambini sono il 40% della popolazione totale: infatti secondo Unicef almeno un milione di loro vive nella zona devastata.

Mancano elettricità e acqua potabile, le scosse si susseguono, piove, e di notte fa freddo: il rischio, per centinaia di migliaia di scampati, è di morire per strada, in attesa che arrivino gli aiuti. Un terremoto, come quelli di cent’anni fa: strade inagibili, comunicazioni interrotte, l’accesso alle aree più remote alcune delle quali risultano ancora non essere state raggiunte. Molti ospedali sono stati danneggiati acuendo molto le già carenti capacità del sistema sanitario nepalese aumentando fortemente il rischio di epidemie. Non esiste in Nepal un sistema di Protezione Civile e se ricordate le immagini trasmesse, non vi sono ruspe ad aiutare i soccorsi e si scava ancora tra le macerie a mani nude e la gente è in strada ed ha bisogno di tutto. Nell’immediato, afferma ancora il direttore di Caritas Nepal vi è urgenza di alloggi provvisori, acqua potabile, servizi igienici, viveri di prima necessità e supporto psicosociale. Caritas Nepal con il sostegno della Caritas Italiana e della rete Caritas Internazionale ha già avviato un piano di aiuto per oltre 20.000 famiglie con abitazioni crollate o severamente danneggiate,dando priorità alle più vulnerabili quali: donne capofamiglia, minori non accompagnati e disabili (circa 100.000 persone).

Per i prossimi due mesi, dunque si forniranno: kit per alloggi temporanei (teloni, corde, materassini, coperte) kit di generi non alimentari di prima necessità (lampade a energia solare, taniche, secchi, pentole e utensili da cucina), pastiglie per la potabilizzazione dell’acqua e kit igienico sanitari. I kit igienico. Il costo stimato supera i 2,5 milioni di euro ma, vista l’entità del disastro, la cifra non è sufficiente e vi è la necessità di un sostegno significativo, sia nell’immediato sia nel medio/lungo termine. Accompagnare e rimanere accanto alla gente per tutto il tempo necessario, anche quando i riflettori si saranno spenti, è la prossimità che la Chiesa dunque è chiamata ad esprimere alle popolazioni travolte dalla catastrofe e che Caritas intende promuovere per i prossimi anni.

Questo è l’obiettivo della colletta nazionale che la Conferenza Episcopale ha promosso tramite la rete di Caritas Italiana e che al momento resta la forma più utile di solidarietà. L’invito che rivolgo a noi tutti allora è quello di esprimere concretamente vicinanza alla popolazione nepalese partecipando alla Colletta Nazionale del 17 maggio prossimo, di cui invio via email il manifesto eventualmente da personalizzare con l’inserimento del nome della parrocchia, ribadendo che al momento, questa è la forma più utile di solidarietà. Al contempo però è importante che questo gesto sia possibilmente accompagnato da una riflessione sulle cause degli squilibri che affliggono il nostro pianeta. In Nepal, ancora una volta, i danni e le sofferenze provocate dal sisma derivano e sono amplificate dall’impreparazione al terremoto nonostante l’alto rischio sismico e dalle preesistenti condizioni di arretratezza e povertà dall’impreparazione al terremoto nonostante l’alto rischio sismico e dalle preesistenti condizioni di arretratezza e povertà.

                                                                                                        Fraternamente
                                                                                            Don Antonio De Arcangelis

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