Attrezzi per costruire case di pace e di futuro

Il ritiro d‘Avvento degli operatori pastorali della città di Gaeta

Si è svolto giovedì 11 dicembre il ritiro di Avvento degli operatori pastorali della forania di Gaeta, sul tema “Attrezzi per costruire case di pace e di futuro”, presso la chiesa di santo Stefano protomartire, con la guida del diacono Vincenzo Testa e sua moglie Franca Forgetta. Il ritiro è stato introdotto da don Stefano Castaldi, vicario foraneo, che ha presentato Vincenzo e Franca i quali, da alcuni anni, hanno avviato l’esperienza dell’Eremo di famiglia denominato “Aquila e Priscilla”, vivendo insieme momenti di preghiera, di riflessione, di lettura e commento della Parola di Dio.

Vincenzo, sul “pentagramma” dell’ultima Lettera pastorale di monsignor Vari, ha descritto i cinque sensi che ogni essere umano attiva per costruire la propria persona e per vivere in relazione con gli altri ed il creato. Si inizia con la vista con cui si percepiscono le immagini e si coglie ciò che accade intorno a noi come i pezzi di ghiaccio che si distaccano da un ghiacciaio del Monte Bianco, dopo un lungo periodo di formazione. E con la vista si guarda la vita della Chiesa e del mondo “nella speranza di rimanere salvi in mezzo alle avversità”. Secondo elemento è l’udito, cioè la capacità di saper ascoltare per parlare con il cuore, come il ragazzo, descritto nella lettera pastorale, che con sole tre parole (ciliegia, polvere, seggiola) pronunciate con il cuore ha saputo catturare un piccolo bacio dalla piccola Cybelle. Terzo senso il gusto. Attraverso la bocca si percepiscono i sapori. Assaporare l’Eucarestia; dopo aver gustato l’Eucarestia, siamo trasformati in Cristo. La frazione del pane distingue la comunità. E, per questo una comunità non può vivere senza Eucarestia. Un noto chef ha affermato che se vogliamo bene a qualcuno, preparare una buona cena. è un modo per dirglielo. Altro senso è l’olfatto, percepire gli odori. Durante le liturgie solenni se c’è l’incenso, ne avvertiamo l’odore. L’incenso è segno e simbolo del profumo della nostra preghiera che sale a Dio. La preghiera deve avere la caratteristica della perseveranza. Preghiera e fede sono in un rapporto inscindibile. Credere significa pregare. Infine, il senso del tatto, con cui il corpo avverte le sensazioni di durezza, morbidezza, caldo e freddo, facendoci ampliare la conoscenza del mondo.

Con i nostri sensi siamo chiamati a vivere in letizia esprimendola con il corpo, inteso nella sua totalità di umanità. Molto particolare è l’esperienza che si racconta nelle Fonti Francescane a riguardo di Francesco e la perfetta letizia, intesa dal Santo come un’attitudine a “vincere sé medesimo e volentieri per lo amore di Cristo sostenere pene, ingiurie e obbrobri e disagi”.

Con i nostri sensi siamo chiamati a vivere in letizia, aiutati dagli attrezzi per costruire case di pace e di futuro, descritti da Franca:

  • una caramella, per vivere la vita con dolcezza;
  • una gomma, per cancellare le cose da cambiare;
  • una candela, per illuminare il buio;
  • una chiave, per aprire il proprio cuore al diverso;
  • l’ago e il filo, per ricucire le relazioni;
  • il sale, per dare sapore alla vita;
  • il pennello, per colorare le nostre giornate;
  • il cuore, per ricordare di accettare il cuore di ogni persona;
  • un tappo, per ricordare che a volte occorre stare in silenzio;
  • la bussola, per aiutarci nell’l’orientamento;
  • l’ancora, che ci rende fermi, saldi:
  • la casa, dimora della propria famiglia, e la comunità deve essere casa;
  • la matita, per scrivere la storia più bella della propria vita;
  • il martello, perché nelle nostre situazioni abbiamo bisogno di forza;
  • la pinza; che ci ricorda che i legami vanno stretti;
  • la sega, per tagliare le cose più brutte che facciamo
  • i chiodi, per attaccare alle pareti le cose belle che facciamo.

La cassetta degli attrezzi è stata, successivamente, arricchita da altri utensili suggeriti dai partecipanti che, sull’esempio di Franca, hanno dato a ciascuno un senso e una motivazione della loro necessità:

  • un cavatappi, che fa esplodere la gioia;
  • una bottiglia di vino, per generare buon umore;
  • una bilancia, per armonizzare i pesi;
  • i tappi per le orecchie, per evitare di ascoltare chi mette zizzania o chi distrugge;
  • un metro, per prendere bene le misure;
  • una corda, per unire;
  • una canna da pesca, che aiuta ad avere tanta pazienza;
  • una lima, per limare piccole asperità.
  • una clessidra, che aiuta a conoscere il tempo che passa;
  • un paio di occhiali, per vedere il bello degli altri;
  • un colino o un filtro, per filtrare le cose;
  • un foglio, per scrivere le parole.

Carlo Tucciello,
segretatorio del Cordinamento pastorale foraniale di Gaeta

condividi su