La speranza di creare futuro: a Fondi le famiglie si incontrano al Pozzo

Fondi Incontri al Pozzo febbraio 2019

Nei momenti bui fa bene avere degli amici accanto: sono loro che sostengono e aiutano a intravedere un po’ di luce, sono loro che medicano le ferite e le accarezzano con gentilezza, senza rimproveri, senza pretese. Abbiamo bisogno di amici così, quando siamo un po’ zoppicanti sulle nostre strade e quando stentiamo a comprendere quel che succede intorno a noi. Meno male che esistono gli amici, meno male che tornano proprio nei momenti giusti, perché sanno che senza di loro potremmo confonderci e disorientarci. O forse perché i loro cuori sono sintonizzati sui nostri.

“Vorremmo che il nostro fosse un incontro per crescere nella capacità di responsabilità efficace e di speranza, responsabilità intesa non come un fardello, ma come espressione di una passione per la vita comune.“ Così cominciamo a  spazzare via i nostri impulsi egoistici, quelli che ci spingono a credere che possiamo salvarci da soli, che la nostra è una vita privata come un’isola, in cui rifugiarci credendoci al sicuro. “Non esiste una VITA che possiamo privatizzare: la vita è comune in ogni caso, sempre. E non conta la previsione, se riusciremo in questo o no, non è necessario fare un calcolo delle probabilità; conta la scelta della speranza che ci rende efficaci. Oggi, proprio in questo tempo così delicato, siamo nella condizione ideale per spezzare una suggestione: la suggestione di essere impotenti di fronte alle tendenze del potere attuale, che nega i diritti e ostenta la criminalizzazione della solidarietà e dell’accoglienza. Essere preda di questa suggestione di impotenza significa rinchiuderci egoisticamente nei nostri confini. La realtà fiorisce invece nell’adesione al bene concreto, fatto di fiducia, accoglienza, solidarietà, educazione.”

Queste parole, ci danno la speranza del NON ESSERE SOLI, del poterci sostenere l’un l’altro appoggiandoci ai nostri sogni, alle nostre attese anche se sembrano irraggiungibili.“Perché gli italiani non vogliono accogliere? Forse perché è da tempo che non sono accolti, è da tempo che si vedono negare diritti e servizi. Abbiamo in fondo tutti perso fiducia nella partecipazione.

Per info visita il sito dell’ufficio di pastorale familiare.

Carlo Tommasino