
In occasione dei festeggiamenti di sant’Erasmo, patrono della città di Formia, l’area archeologica della chiesa a lui dedicata è eccezionalmente accessibile al pubblico con una mostra straordinaria “L’impronta di Erasmo” dal 23 maggio al 1° giugno, dalle 17 alle 21. Un evento che unisce devozione, storia, archeologia e che offre ai visitatori l’opportunità di esplorare uno dei luoghi più significativi e misteriosi della città.
La chiesa di Sant’Erasmo sorge su un sito che affonda le sue radici nei primi secoli del Cristianesimo. Secondo la tradizione, fu proprio qui che il vescovo Probo, nel 303, seppellì le spoglie del martire Erasmo, vescovo di Antiochia, martoriato per la sua fede. Sopra il luogo della sepoltura, nel VI secolo, fu eretto un primo edificio sacro, citato anche da papa Gregorio Magno, a testimonianza dell’importanza che questo luogo rivestì già allora per la comunità cristiana.
Nel corso dei secoli, la chiesa ha subito numerosi cambiamenti. Distrutta durante le incursioni saracene e poi saccheggiata nel 1532 dai turchi, fu più volte ricostruita fino ai restauri ottocenteschi seguiti ai bombardamenti del 1860.
Ma è nel sottosuolo che la chiesa custodisce i suoi tesori più nascosti. Tra il 1970 e il 1976, durante i lavori di consolidamento statico dell’edificio, emersero inaspettatamente, sotto il pavimento dell’attuale chiesa un articolato complesso di strutture murarie, resti architettonici e una vasta area cimiteriale. Le sepolture, appartenenti a epoche diverse, testimoniavano una continuità di frequentazione del sito che attraversava secoli di storia, dalla tarda età romana al Medioevo. Un patrimonio che oggi, grazie a un lavoro di valorizzazione e allestimento, è finalmente visitabile.
La mostra, curata con grande attenzione e rispetto per il contesto spirituale del luogo, accompagna i visitatori in un percorso immersivo attraverso il tempo. Un viaggio che inizia con la figura di Erasmo, santo navigatore e protettore dei marinai, e si snoda tra reperti, resti architettonici e narrazioni visive che ricostruiscono le trasformazioni del sito nei secoli. Ogni tappa del percorso è un invito a riflettere sulla forza della fede, sulla resilienza delle comunità locali e sul profondo legame tra il sacro e la terra.
L’apertura straordinaria dell’area archeologica rappresenta non solo un’occasione per riscoprire la storia profonda di Formia, ma anche un momento di connessione con la propria identità culturale e spirituale. È un’opportunità per tutti — residenti, studiosi, turisti e curiosi — di vivere in modo nuovo e consapevole un luogo che spesso si attraversa distrattamente, senza immaginare cosa si cela al di sotto.
Formia ha voluto celebrare così il suo patrono con un’iniziativa che unisce memoria e scoperta, religiosità e tradizione, nel segno della condivisione e della conoscenza. Perché le radici di una comunità non sono solo nei racconti tramandati, ma anche nella pietra, nella terra e nei silenzi custoditi dai secoli. E oggi, quelle radici tornano a parlare.
Rita Fortunato,
Associazione culturale Sant’Erasmo V.M.