Liberiamo la speranza – Veglia diocesana di Pentecoste

Sabato 7 giugno alle ore 20.30, presso piazza Trieste a Gaeta, si svolgerà la Veglia Diocesana di Pentecoste, promossa dalla Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali in collaborazione con il coro della Chiesa di san Francesco di Minturno. La piazza diventerà un santuario, per il popolo di Dio della Chiesa di Gaeta, nell’attesa di accogliere lo Spirito e liberare la speranza in tutte le periferie del mondo.

Liberiamo la speranza” è il tema scelto per questa Veglia in questo anno giubilare, per invocare la rinascita della propria identità cristiana, sospinti dall’incoraggiamento di papa Francesco in passato e ora di papa Leone XIV, al fine di liberare la speranza, essere portatori di speranza in ogni ambito della vita e in particolare in quelli con situazioni di fragilità, con l’intento di far nascere la fiducia e la ripresa personale.

«Speranza non è una parola vuota, o un nostro vago desiderio che le cose vadano per il meglio», diceva Papa Francesco: «La speranza è una certezza, perché è fondata sulla fedeltà di Dio alle sue promesse. Non è una virtù passiva, che si limita ad attendere che le cose succedano. È una virtù sommamente attiva che aiuta a farle succedere». Vogliamo far nostra la sollecitazione di papa Francesco che ha detto che «il cristiano non può accontentarsi di avere speranza; deve anche irradiare speranza, essere seminatore di speranza. È il dono più bello che la Chiesa può fare all’umanità intera, soprattutto nei momenti in cui tutto sembra spingere ad ammainare le vele».

Il nostro arcivescovo Luigi Vari, nell’omelia della recente Messa Crismale, ha affermato: «La speranza è una terra da raggiungere e non un atteggiamento di vago ottimismo. La speranza si declina in tante speranze che in questi tempi sono condivise da tutti gli uomini e le donne di buona volontà, prima fra tutte la speranza della pace che ci vede come “pellegrini di pace”, che cercano di costruire con forza e pazienza, con coraggio e sacrificio questa parola».

La Veglia si soffermerà sul passo della lettera di san Paolo apostolo ai Romani (5,1-5), dove si legge che «la tribolazione produce pazienza, la pazienza una virtù provata e la virtù provata la speranza. La speranza poi non delude, perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato». Il credente affronta le varie difficoltà sorretto dalla fede e queste difficoltà rafforzano in lui la pazienza, cioè la capacità di sopportare la fatica e di attraversarla con forza. Solo chi supera le difficoltà accede alla speranza e la speranza non delude. Questa sicurezza viene dall’amore di Dio che ha invaso l’intimo del credente. Non si tratta di una pia illusione, è lo Spirito che è stato dato al credente. Egli può fare affidamento su questa forza creativa che gli è stata data come caparra e pegno.

Come è accaduto per Brunella Broccoli e suo marito, una coppia di Sabaudia, che durante la testimonianza nella Veglia, racconteranno come essi e la loro famiglia sono stati speranza per qualcuno, seminandola, senza indugio, nella desolazione del nostro tempo e del nostro mondo.

Nella Veglia si invocherà lo Spirito Santo affinché, in questo tempo di discordia, di ferite causate dall’odio, di violenza, di pregiudizi, di paura del diverso, di un paradigma economico che sfrutta le risorse della terra ed emargina i più poveri, noi possiamo essere, dentro questa pasta, un piccolo lievito di unità, di comunione, di fraternità.

A conclusione della Veglia, monsignor Vari consegnerà una preghiera per riaccendere la speranza nella propria vita e nella vita della propria comunità, quando la fede incontra la notte e rischia di farsi assorbire dal buio o quando la carità si scontra con le difficoltà dell’ingratitudine o dell’indifferenza e si stanca di camminare.

 

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