Messe sospese fino al 3 aprile, la lettera dell’arcivescovo Luigi Vari

Gaeta, 8 marzo 2020
Carissimi, come tutti sapete è prevalsa l’interpretazione più restrittiva del decreto del Consiglio dei Ministri a proposito delle celebrazioni liturgiche. A seguito di questa interpretazione:
  1. Sino a venerdì 3 aprile 2020 le chiese parrocchiali e non parrocchiali dell’Arcidiocesi di Gaeta rimarranno come di consueto aperte per la preghiera personale, a condizione che si rispettino le misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone;
  2. Non si potranno celebrare le messe con presenza di fedeli fino al 3 aprile 2020;
  3. Non si potranno celebrare funerali se non in forma privata e specificatamente con la benedizione al cimitero;
  4. I matrimoni non potranno essere celebrati.

Questo non è tempo di polemiche, ma di collaborazione con chi ha la responsabilità per la salute pubblica, ma nessuno può negare il rammarico e il dolore che questa decisione provoca. Nell’omelia di questa mattina, senza immaginare questi sviluppi, mi veniva di citare il brano del Vangelo in cui Gesù parla del digiuno eucaristico come segno di assenza dello Sposo; ma anche come desiderio di presenza. È questo il desiderio che coltiveremo in questo tempo, mai come quest’anno la Pasqua giungerà al termine di un cammino quaresimale fatto di digiuno, sacrificio e di preghiera. La comunione all’Eucaristia nel giorno di Pasqua sarà veramente una festa.

Noi sacerdoti continueremo a celebrare per tutti, ognuno saprà che nella sua chiesa e nella sua parrocchia si celebra l’Eucarestia come sempre e, possibilmente, all’ora di sempre, annunciata dalle campane come sempre.

Tutti potranno unirsi con un tempo di raccoglimento e di silenzio, fare la comunione spirituale, leggere la Parola di Dio e invitare soprattutto i ragazzi che sono nelle case a portare il loro contributo di preghiera per la salute delle persone più fragili e perché questa emergenza finisca.

Con grande affetto vi saluto.

✠ Luigi Vari
Arcivescovo di Gaeta


CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA
Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali

CS n. 11/2020
Decreto “coronavirus”: la posizione della CEI
La Chiesa che vive in Italia e, attraverso le Diocesi e le parrocchie si rende prossima a ogni uomo, condivide la comune preoccupazione, di fronte all’emergenza sanitaria che sta interessando il Paese. Rispetto a tale situazione, la CEI – all’interno di un rapporto di confronto e di collaborazione – in queste settimane ha fatto proprie, rilanciandole, le misure attraverso le quali il Governo è impegnato a contrastare la diffusione del “coronavirus”.
Il Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, entrato in vigore quest’oggi, sospende a livello preventivo, fino a venerdì 3 aprile, sull’intero territorio nazionale “le cerimonie civili e religiose, ivi comprese quelle funebri”.
L’interpretazione fornita dal Governo include rigorosamente le Sante Messe e le esequie tra le “cerimonie religiose”. Si tratta di un passaggio fortemente restrittivo, la cui accoglienza incontra sofferenze e difficoltà nei Pastori, nei sacerdoti e nei fedeli. L’accoglienza del Decreto è mediata unicamente dalla volontà di fare, anche in questo frangente, la propria parte per contribuire alla tutela della salute pubblica.
Roma, 8 marzo 2020