Essere “al cuore della democrazia”

Dal 3 al 7 luglio, la città di Trieste ha ospitato la 50ª Settimana sociale dei cattolici in Italia. Già da questa frase emergono due elementi fondamentali dell’incontro: il primo, la scelta di coinvolgere non solo i cattolici italiani, ma tutti quelli che sono in Italia, qualunque sia il proprio passaporto; il secondo, riguarda la scelta della città ospitante, una terra di confine che ha vissuto in modo esemplare le sue conflittualità.

Questi passaggi hanno dato la possibilità di poter “ragionare” insieme sul tema della Settimana in modo inclusivo e con uno sguardo oltre il presente. Il tema “al cuore della democrazia” necessitava, infatti, una riflessione comune, non priva di riflessi sulle difficoltà correnti, con un metodo sperimentale che permettesse a ciascuno partecipante di poter offrire un contributo esclusivo e prezioso.

L’obiettivo prevedeva il coinvolgimento, non solo nell’assemblea plenaria o nei gruppi tematici, ma anche negli incontri pubblici nelle diverse piazze della città, nei numerosi villaggi sulle buone prassi sparsi in ogni via e nei suggestivi momenti serali di spettacolo. I delegati della nostra diocesi (don Francesco Contestabile, Alessio Valente e Anna Carroccia) si sono mossi, come in un grande e complesso puzzle, che si costruiva con la propria partecipazione all’uno o l’altro incontro o evento, curato con attenzione dall’organizzazione.

Alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, del Presidente della CEI cardinale Matteo Zuppi e di papa Francesco: i cardini principali per solidità e tracciabilità. Le altre relazioni del programma, in maniera diversa ma altrettanto significativa, hanno dato la possibilità di spaziare negli ambiti più diversi: dalla cittadinanza attiva alle istituzioni, dall’educazione al welfare, dall’economia alla pace.

Questa multidimensionalità ha consentito di muoversi nei vari gruppi come una sorta di laboratori, in cui ci si allenava a partecipare, oltre le forme classiche dei partiti. Ogni frase, espressione di un partecipante, poteva essere fatta propria da altri del gruppo tematico, fino a farla diventare rappresentativa dello stesso: l’io diventava il noi attraverso l’ascolto e il discernimento. Tutti questi contributi (sfide e proposte) confluiranno nel documento conclusivo che sarà disponibile a settembre. Intanto chi ha partecipato direttamente, e chi ha letto quanto già accaduto, potrà consapevolmente sentire il bisogno di rigenerare partecipazione in ogni luogo in cui ci troviamo, contribuendo a “risanare il cuore ferito della democrazia”

Alessio Valente

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