Le riflessioni dell’arcivescovo Luigi Vari all’inizio della Settimana Santa

La Settimana Santa è iniziata nel quartiere medievale di Gaeta con il rito della benedizione delle Palme e la processione verso la Basilica Cattedrale, dove l’arcivescovo monsignor Luigi Vari ha presieduto la santa Messa, cui hanno preso parte numerosi fedeli.

Nell’omelia, monsignor Vari ha sottolineato come la Domenica delle Palme sia «piena di simboli che hanno valore universale, primo fra tutti il ramo di ulivo che è segno della pace» e, inoltre, come sia «una grande festa di colori e di simboli positivi di cui oggi abbiamo un grandissimo bisogno».

Al centro della riflessione dell’Arcivescovo, la drammatica lettura di questo frangente nel quale «commuovono molto le immagini che purtroppo riempiono i nostri occhi di persone, uomini e donne che — traditi dagli uomini che li hanno bombardati, che hanno violato le promesse di tregua o che impediscono che siano aiutate con nel caso del terremoto in Myanmar — cadono in ginocchio e pregano, affidando a Dio la loro causa. Pregano e trovano la forza di resistere, di reagire dicendo: “Non ci abbandonare!”».

Ha evidenziato il Presule come «irrompe in questo tempo così cupo e privo di riferimento una domanda: Quante palme ho agitato? Quante persone ho acclamato? E ancora: ho acclamato la persona giusta?». Partendo dal testo evangelico dell’ingresso a Gerusalemme ha invitato a meditare sul fatto che viene acclamato Gesù che non avanzava su di una cavalcatura importante ma su di un puledro, su di un asino. E allora la riflessione: «Abbiamo deciso, acclamando persone, che tutto è nelle nostre mani, dimenticando la parola della Bibbia che ci dice di non fondarci solo sui noi stessi e sulle nostre forze!».

don Antonio Centola,
direttore dell’Ufficio per le Comunicazioni sociali

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