Accoglienza e ascolto per aiutare a rialzarsi

È il primo grande frutto maturato nel Santuario della Madonna della Civita di Itri nell’ambito delle iniziative giubilari. Un dono offerto a quanti – pellegrini, gruppi organizzati, singole persone – ascendono sul monte Civita per bussare alle porte del millenario rifugio mariano al cospetto della storica icona bizantina della Vergine con in grembo il Bambino benedicente. È il nuovo percorso “Effatà”, il centro di accoglienza, ascolto e guida – annuncia don Adriano di Gesù, rettore del Santuario – dove potranno rivolgersi “le persone ferite, gli uomini e le donne colpiti da problemi improvvisi, giovani delusi da sconfitte momentanee, ma che potrebbero rivelarsi pericolose, anziani soli e abbandonati”. Vera e propria casa-rifugio nel cuore del Santuario itrano, dove “chi è sfiduciato e ferito dalla vita, chi non sa più come dirlo o non trova le parole per rivelarlo, trova professionisti e volontari votati all’aiuto ai più bisognosi, per essere supportato a rialzarsi e a riprendere il cammino interrotto”, assicura il rettore.

Il Centro “Effatà” –  che in ebraico significa “Apriti”, la parola con cui Gesù ridona l’udito all’uomo che chiedeva di essere guarito – non si limiterà a funzionare solo nel Giubileo 2025, ma “è un servizio nato con l’ambizione di essere un punto di approdo, di aiuto e di ristoro spirituale negli anni a venire, sul modello – spiegano al Santuario – delle parole e degli esempi di aiuti gratuiti ai sofferenti che ci arriva da Gesù”. Vale a dire, episodi che raccontano il miracolo dell’udito ai sordi, della vista ai ciechi, la guarigione agli ammalati al grido di, appunto, Effatà. Ma anche quando, mentre attraversa la Samaria, siede al pozzo di Sicar e, nell’ora più calda del giorno, incontra una donna bisognosa di aiuto, che da quell’incontro col Cristo riprende in mano la sua vita.

“Forse non sono pochi quelli che, sotto il peso di mali e tragedie, si sentono come quella samaritana e non sanno camminare da soli. Ma se questi fratelli più sfortunati hanno bisogno di una sosta, di dissetarsi, di fermarsi per riposare, noi – assicura don Adriano – li aspettiamo al Santuario per condividere la fatica ed aiutarli a riprendere in mano la loro vita sotto lo sguardo di Maria”. Altra espressione evangelica ispiratrice del nuovo centro della Civita, Talità kum (“Dico a te, alzati!), le parole che Gesù dice alla bambina morta per riportarla in vita. “Anche al Santuario della Madonna della Civita i feriti e gli sconfitti, quanti hanno perso una persona cara, saranno invitati a rialzarsi all’amorevole grido di Talità kum. E ancora, Cana che nel Vangelo è la città degli sposi in difficoltà per la mancanza di vino, ma anche della sollecitudine di Maria, del primo miracolo. “Cana, per noi, è lo spazio del nuovo centro dove portare il peso e la fatica di legami matrimoniali che si sono spezzati, per accompagnare le persone a verificare la possibile nullità matrimoniale e l’accesso ai servizi diocesani dedicati”, spiegano al Santuario.

Gli incontri-percorso Effatà prevedono colloqui individuali e di coppia volti alla comprensione delle problematiche esistenziali e psichiche, con uno sguardo di fede per quanti lo chiedono. L’appuntamento è il sabato mattina, su prenotazione, con cadenza quindicinale a partire dal 22 marzo prossimo. Ad accogliere i bisognosi, una equipe di sacerdoti esperti coordinati dalla dottoressa Rossella Fusco, psicologa e psicoterapeuta, che per ogni richiedente aiuto delineano ed animano tre percorsi di ripresa e rinascita umana e spirituale.

Per gli interessati  info@santuariodellacivita.it.

Orazio La Rocca,
vaticanista

condividi su