
Il Vangelo dei giorni che seguono la Pasqua colpisce per il numero di donne che sono coinvolte in questo “indicibile” avvenimento. Anzi, sono le prime a farne “esperienza”. Fra tutte, Maria Maddalena che verrà chiamata “apostola apostolorum”. Proprio per questo motivo è la patrona dell’Ordine dei predicatori e predicatrici, cioè dei domenicani. Ma la domanda è molto più grande e più profonda: come mai il Signore ha scelto Maria Maddalena e le altre che l’accompagnavano? Per di più, di lei conosciamo solo il nome e c’è un motivo: Maria Maddalena è la donna della misericordia. Queste sono le donne della Pasqua.
Percorrendo la Scrittura troviamo grandiose figure femminili capaci di annuncio, capaci di opporsi agli uomini della legge. Pensiamo alle bellissime parole di Giuditta: ai capi che si lamentano del Signore che pare non intervenire e aiutarli nella guerra, anzi sembrano perdere: “Chi siete per misurare i tempi di Dio?” (cfr. Gdt 8,12-16). Interrogativo immenso, profondo e tragico che attraversa i secoli anche dopo la risurrezione del Verbo incarnato, “tutto Dio tutto uomo”, come ama chiamarlo Caterina da Siena.
Fra le tante, penso a due figure del XX secolo tanto diverse fra loro, ma tanto “pasquali”. Prima di continuare credo però sia necessario piegare cosa intendiamo per donne “pasquali”: donne che hanno creduto nella vita convinte, per la loro fede, che nel tempo c’è la fiamma dell’Eternità.
La prima donna che vorrei proporre alla nostra meditazione è la carmelitana Edith Stein, suor Benedetta della croce, patrona d’Europa. Donna di estrema intelligenza, diventa ben presto l’aiuto di Husserl “il filosofo” del tempo. Edith, radicale in tutto, si dice atea. Ma ecco che un’esperienza comincia a corrodere la pietra delle sue certezze (Stein significa pietra!): inizia un cammino di autentica ricerca della “verità”. Dirà: «La mia ricerca di verità era preghiera». Grande e amata educatrice, insegna alle scuole superiori. Viene chiamata anche fuori della Germania a tenere conferenze: la “donna” e l’educazione sono gli argomenti più approfonditi. Non dimenticando, la Stein filosofa che ci introduce nella realtà della relazione: incontrare Dio è incontrare gli altri… è il segreto dell’empatia! La sua carriera la fa giungere all’insegnamento universitario. Ma le leggi razziali la portano in cima a un altro monte: il monte del sacrificio. Dirigendosi alla camera a gas dice alla sorella Rosa: «Andiamo a morire per il nostro popolo». Vive con grande umiltà: nessuno sa chi sia la Stein sino al giorno della definitiva consacrazione. Potrei dire che le personalità più importanti della cultura sono lì: un mistero… Forse qualcuno pensa: se sapessero che era fieramente atea pur essendo ebrea. La sua dote: libri e ancora libri. Comincerà un’opera che riflette la spiritualità carmelitana, ma anche il suo animo carmelitano.
Prima di chiudere, tanto ci sarebbe da dire e meditare, un episodio della sua sempre molto discreta vita mistica: «Un giorno Gesù le chiede: chi sei Teresa? Sono Teresa di Gesù. E Tu chi sei? Gesù di Teresa!».
suor Elena Ascoli,
domenicana della Comunità di Fondi