
Lo spirito del Giubileo dei Giovani 2025 ha preso vita in un modo davvero speciale, tessendo un filo di speranza e inclusione che dalla Basilica dei Fiorentini si è esteso fino al cuore pulsante di Piazza San Pietro. Un evento di due giorni, ricco di emozioni e di autentica connessione, è stato meticolosamente organizzato e coordinato dall’instancabile suor Veronica Amata Donatello, responsabile per la Pastorale delle Persone con Disabilità presso la Conferenza Episcopale Italiana.
Il primo giorno, nella Basilica, l’aria era palpabile di ispirazione. Un momento culminante è stata la testimonianza di Chiara Vingione, invitata come esempio di chi abbraccia la vita a pieno. Chiara ha incarnato la forza di credere nei propri sogni, dimostrando con la sua stessa esperienza come lo sport sia un potente veicolo di crescita personale, superamento dei limiti e vera inclusione. Le sue parole hanno risuonato profondamente, offrendo una vera e propria lezione di vita e perseveranza, mostrando come la passione e la determinazione possano aprire porte inimmaginabili.
Il successo e l’atmosfera accogliente dell’evento sono stati indubbiamente costruiti grazie al prezioso contributo dei nostri straordinari volontari del Giubileo: Vittorio D’Angelo, Giuseppe Caruso e la stessa Chiara Vingione, tutti membri dell’AIPD Sud Pontino – Associazione Italiana Persone Down Sud Pontino e parte integrante della nostra Arcidiocesi di Gaeta, hanno assicurato che ogni partecipante si sentisse accolto e valorizzato. Il loro impegno concreto ha creato l’ambiente ideale, affinché il messaggio di inclusione, così splendidamente incarnato da loro, potesse brillare con la massima efficacia.
Il loro messaggio ha risuonato con particolare forza, preparando il terreno per il culmine dell’evento: la seconda giornata, conclusasi in Piazza San Pietro. Qui, tutti i giovani, nessuno escluso, si sono riuniti in un abbraccio collettivo di fede e speranza, alla presenza del Cardinale Zuppi. Questa assemblea inclusiva, in uno dei luoghi più significativi della cristianità, ha sigillato il messaggio di Chiara, Giuseppe e Vittorio: ogni persona, con le proprie unicità e talenti, ha un posto e un ruolo fondamentale nella nostra società e nella Chiesa.
Come comunità diocesana, siamo fermi nei nostri sforzi attuali e profondamente impegnati a costruire un futuro in cui ogni persona, con o senza disabilità, sia pienamente riconosciuta, valorizzata e partecipi attivamente al tessuto della nostra società. La presenza dei nostri giovani, sia come testimoni ispiratori che come parte attiva dei volontari, ha evidenziato come l’inclusione non sia solo un ideale, ma una realtà tangibile e vissuta. Il loro esempio ci ricorda che credere nei propri sogni è il primo passo per costruire un futuro in cui l’unicità è una ricchezza e l’abbraccio della comunità è aperto a tutti.
Lasciando questa esperienza arricchente, portiamo con noi una potente e confortante certezza: la speranza è un abbraccio che non esclude nessuno.
Katia Macelloni,
collaboratrice Ufficio Catechistico Diocesano