S. Giovanni Paolo II con lungimiranza profetica il 6 gennaio 1997 volle che il 2 febbraio , nel contesto della festa liturgica della Presentazione del Signore al Tempio, fosse nella Chiesa universale la Giornata della Vita Consacrata e ne illustrò anche i motivi.
“Permessa, dice il Papa, che la vita consacrata si pone nel cuore stesso della Chiesa, come elemento decisivo per la sua missione, giacché esprime l’intima natura della vocazione cristiana e la tensione di tutta la Chiesa –Sposa verso l’unione con lo Sposo “(VC.3) .
I motivi di questa festa si possono riassumere in tre punti significativi che si integrano a vicenda:
– per ringraziare e lodare più solennemente Dio per il dono della vita consacrata nelle sue molteplici forme e nella diversità dei carismi;
-per promuovere la conoscenza e la stima per la vita consacrata da parte dell’intero popolo di Dio.
– per invitare le persone consacrate a celebrare congiuntamente e solennemente le meraviglie del Signore e tramite la loro vita da chiamate essere segno di una presenza insostituibile nella Chiesa e nel mondo.
In questa ottica la festa della Presentazione da parte dei suoi genitori Maria e Giuseppe nel Tempio fa di Gesù il Consacrato per eccellenza al Padre . In tutta la sua vita ha vissuto la sua consacrazione con lo sguardo rivolto a Lui per compiere sempre fedelmente la Sua volontà.
Con questi sentimenti tutte le consacrate che vivono e lavorano in Diocesi ,lunedì 2 febbraio, hanno partecipato alla Concelebrazione dell’Eucarestia nella Cattedrale di Gaeta presieduta dal nostro Arcivescovo S.E. Fabio Bernardo D’Onorio con gli altri religiosi e sacerdoti della diocesi.
L’inizio con la processione dal Santuario dell’Annunziata alla Cattedrale ha acquistato il valore di segno della nostra presenza di fedeltà alla Chiesa, e col canto abbiamo voluto esprimere la lode a Dio e la nostra gioia per la scelta fatta della nostra vita. Le candele benedette e accese che portavamo volevano non solo squarciare le tenebre del mondo ma annunciare che il Cristo Risorto è la speranza del mondo.
Nell’Omelia il nostro Arcivescovo ha richiamato alla nostra riflessione i punti cardini della vita delle persone “chiamate “, sottolineando la totalità nel dono, l’eternità “per sempre “dello stesso e soprattutto la gioia quando ha affermato che “il viso gioiosa e contento di una suora parla da sé, che è bello e piacevole servire il Signore, anche senza parole”. Richiamandosi poi alle parole di Papa Francesco, l’Arcivescovo diceva,” siamo qui per imparare a vivere la gratitudine del passato, vivere il presente con passione e guardare il futuro con la speranza “.
Dopo l’omelia- messaggio di S.E., le suore presenti, con il rinnovo dei voti , hanno inteso ricordare coralmente di fronte all’intero popolo di Dio gli impegni a vivere in povertà,castità e obbedienza, voti che solo se vissuti in pienezza rendono visibile la loro donazione e fruttuosa la loro chiamata.
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