Il 2 febbraio a Gaeta la 25ma Giornata della vita consacrata

“Questo è il tempo della rinascita, in cui siamo inviati ad accendere tutti la candela della speranza che ci verrà consegnata, simbolicamente, nella giornata della vita consacrata”, è quanto dice in un messaggio, anche video-registrato, padre Antonio Rungi, teologo passionista, delegato arcivescovile per la vita consacrata della diocesi di Gaeta.

Nel ricordare la celebrazione della XXV giornata mondiale della vita consacrata che coincide con la festa della Presentazione di Gesù al tempio e con la tradizionale festa della Candelora, padre Rungi, sostiene  che sono “tre i motivi per sentirci tutti coinvolti a vivere questa giornata nella spiritualità tipica di ogni consacrato e consacrata, alla sequela dell’unico maestro, che è Gesù Cristo, povero, casto ed obbediente, secondo il carisma dei singoli istituti, maschili e femminili, delle società apostoliche e dell’Ordo Virginum”.

E prosegue: “Il tempo che stiamo vivendo è, sicuramente, tra i più difficili della storia della chiesa e dell’umanità”. Ricorda poi che “in questo anno, infatti, segnato dalla pandemia, anche nella diocesi di Gaeta, si sono avuto, soprattutto tra le suore, diversi casi di Covid 19, che hanno segnato la vita di varie comunità e hanno condizionato la nostra programmazione annuale”.

Per cui “oggi, si naviga a vista, dal momento che non si può fare molto in presenza. Tuttavia, qualche iniziativa la si può attuare, senza paura e senza ansia per la nostra salute e per il nostro futuro”.

Padre Rungi cita, poi le parole di Papa Francesco, in occasione della giornata della vita consacrata, dello scorso anno che invitava i religiosi ad “essere uomini e donne della gioia e della speranza, perché la loro gioia e la loro speranza è Cristo stesso, al quale hanno consacrato tutta la loro esistenza”.

Con uno sguardo aperti al futuro, padre Rungi scrive e dice ai religiosi che “questo è il tempo della rinascita, in cui siamo inviati ad accendere tutti la candela della speranza che ci verrà consegnata, simbolicamente, nella giornata della vita consacrata”.

E raccomanda a tutti i consacrati che “questa luce accompagni i nostri passi, ogni giorno che il Signore vorrà donarci. Siano passi svelti e gioiosi, e non stanchi e noiosi, verso la pasqua della nostra esistenza di consacrati alla perfetta carità, che Cristo e i nostri fondatori e fondatrici ci hanno insegnato a percorrere”.

Indica anche una modalità di attuazione del tutto: “Dobbiamo avere l’andatura dei pellegrini, che hanno fissa la meta da raggiungere, camminando con i piedi per terra, tra tante tempeste ed intemperie”.

E citando Papa Francesco dice: “Imitiamo Gesù e portiamo nel mondo il suo stesso sguardo d’amore, che va in cerca dei lontani; che non condanna, ma incoraggia, libera e consola. Ricordiamo sempre e particolarmente in questo tempo che quando teniamo lo sguardo fisso in Gesù, ci apriamo al perdono che ci rinnova e veniamo confermati nei nostri propositi”.

La giornata della vita consacrata è anche l’occasione per rinnovare i voti e padre Rungi mette in risalto questo momento: “Rinnoviamo, con maggiore entusiasmo i nostri voti per confermare dentro di noi di andare incontro a Cristo con le cinque lampade accese di ogni consacrato che sono la povertà, la castità, l’obbedienza, il Vangelo e le nostre Regole e Costituzioni”.

Lo chiede il tempo presente: “Ora più che mai –scrive padre Rungi –  in questa tempesta della pandemia che ha messo in crisi anche noi religiosi che pensavamo di essere forti e coraggiosi, abbiamo il dovere di rinascere. In questo giorno, a noi dedicato, ringraziamo, in modo particolare, Dio per il dono della vita consacrata e chiediamo uno sguardo nuovo, che sa vedere la grazia, che sa cercare il prossimo, che sa sperare e soprattutto sa amare”.

I modelli di riferimenti, oltre Cristo, sono la Madonna e San Giuseppe: “La gioia della beata Vergine Maria –scrive padre Rungi-  invada la nostra vita e la protezione di San Giuseppe, in quest’anno dedicato allo sposo castissimo di Maria e padre putativo di Gesù”.

L’auguro finale è quello che tutti si attendono: “Ci auguriamo che il 2021 possa finire senza più Covid, ma con tanta speranza e fiducia in Dio”. Un ricordo particolare poi di “tutti i religiosi defunti in questo anno”.

Ed infine un invito alla gioia che nonostante “la mascherina anti-coronavirus”, i religiosi curino “il sorriso, che nessuno potrà mai togliere dal loro viso e dal loro cuore, se sono uniti a Cristo e siano un cuor solo ed un’anima sola ad imitazione della prima comunità cristiana di Gerusalemme, la comunità apostolica, guidata da Pietro, su cui Cristo ha fondato la sua Chiesa”.

La celebrazione della giornata della vita consacrata si svolgerà nella Cattedrale di Gaeta alle ore 18 del 2 febbraio 2021 e sarà presieduta dall’arcivescovo, monsignor Luigi Vari.