Gaeta, Il 20 agosto il concerto “Gaude, Mater!” al Santuario dell’Annunziata

La sera della Domenica nell’ottava dell’Assunta, il Coro diocesano offrirà un omaggio in musica alla Madre di Dio con un concerto nel Santuario dell’Annunziata a Gaeta, il 20 agosto alle ore 21.

L’evento si svilupperà in due parti: la prima a cura dell’organista dell’Abbazia di Montecassino, il M° Michele D’Agostino, propone una serie di brani strumentali del repertorio barocco e romantico; la seconda parte, affidata al Coro, diretto dal M° Don Antonio Centola, prevede una sequenza di brani di ispirazione mariana che appartengono soprattutto al repertorio più recente, e in particolare alcune composizioni di D. Bartolucci, ultimo Maestro Perpetuo della Cappella Sistina. Altro compositore presente nel programma è il M° V. Miserachs, già preside del Pontificio Istituto di Musica Sacra, che più volte si è recato in Diocesi per trasmettere i suoi insegnamenti ai cantori. Fatta eccezione per il brano “Omni die”, il programma si snoda su armonie che si potrebbero definire tardo-romantiche, non solo e non tanto dal punto di vista epocale, ma perché il sapore di questi brani, vere e proprie perle della Musica Sacra, è quello caratteristico di un sentimento religioso profondo e amorevole, di una fede consapevole e tetragona, di una devozione sentita, ma dal retrogusto malinconico, tipico di quegli artisti che si trovano a vivere nel passaggio tra epoche diverse.

Passando per le ardite armonie di C. Franck, custodendo la serenità di Miserachs, l’orecchio e il cuore giungono preparati all’ascolto del pezzo più articolato del programma: il Magnificat di Bartolucci. Il cantico evangelico che San Luca mette sulle labbra di Maria nell’incontro con Elisabetta è stato ispiratore di diverse forme musicali nel tempo e innumerevoli autori si sono confrontati con questo testo: la prassi di musicare ogni versetto come un piccolo mottetto a sé stante è stata ripresa in modo magistrale dall’autore, non eccedendo nelle proporzioni delle varie sezioni, che si dipanano e si richiamano, come da tradizione, tra l’incipit e il finale.

Lucia Zonfrilli