Ha preso il via lo scorso 11 ottobre “Lab! Artigiani di democrazia”, il laboratorio di formazione politica per giovani dai 16 ai 35 anni progettato dall’ufficio di Pastorale Sociale della Diocesi di Gaeta. Al primo incontro, svoltosi presso l’Episcopio, hanno preso parte i giovani che hanno risposto all’invito dell’arcivescovo Luigi Vari per riscoprire la partecipazione e l’impegno per il bene comune. Papa Francesco nella Settimana Sociale di Trieste dello scorso luglio ha detto: “Questo è il ruolo della Chiesa: coinvolgere nella speranza, perché senza di essa si amministra il presente ma non si costruisce il futuro. Senza speranza, saremmo amministratori, equilibristi del presente e non profeti e costruttori del futuro. Vi auguro di essere artigiani di democrazia e testimoni contagiosi di partecipazione”. Da questo esplicito invito a riprendere in mano, come cristiani, una presenza sociale che riaccenda la speranza, l’ufficio di Pastorale Sociale vuole porre all’attenzione di tutta la comunità ecclesiale e civile il bisogno di formazione in ambito politico.
Il percorso, a cui sta contribuendo anche l’Azione Cattolica diocesana, si articolerà in laboratori, destinati ai giovani partecipanti, e incontri aperti a tutti con la partecipazione come relatori di uomini e donne con “radici forti” – così come definiti da mons. Vari nel suo appello pubblico –, a cui i giovani faranno riferimento per l’approfondimento di tematiche specifiche.
Dice don Francesco Contestabile, direttore dell’ufficio di Pastorale Sociale: «È ormai improcrastinabile un’attenzione ecclesiale al bene comune. In un tempo in cui si riaffaccia la violenza della guerra, il disprezzo del diritto internazionale, il rigurgito di sentimenti nazionalisti in tutta Europa, di quella pace che davamo ormai per conquistata, come Chiesa ci sentiamo interpellati dal Vangelo a far sentire la nostra voce».
I giovani diventano i protagonisti del percorso in quanto saranno essi stessi a definirlo sulla base degli spunti che emergeranno nel corso delle attività. Il metodo, infatti, è semplice ma permette ai partecipanti di compartecipare in modo pieno. Ogni incontro sarà dai giovani costruito e diretto, partendo da un tema proposto dall’equipe diocesana, e dopo il tempo dello studio proposto a tutta la società in incontri pubblici.
Le parole studio e pensiero sono le chiavi di volta del percorso. «Dobbiamo recuperare un pensiero – ha detto nella serata inaugurale mons. Vari – che ci permette di cambiare la società. Paolo nel biglietto a Filemone ribalta l’istituto della schiavitù, senza concentrarsi in analisi sociologiche, ma proponendo al suo destinatario un pensiero nuovo: “è tuo fratello”, avviando una riflessione che ha contagiato la Chiesa tutta nel corso dei secoli e arrivando a mettere in discussione una delle basi economiche dell’impero romano. Per farlo occorre impegno e studio».
I giovani coinvolti diventano così protagonisti col proprio pensiero, invitati a osare e a coinvolgersi, così come a non aver paura di ammettere di non sapere e di aver bisogno di attingere all’esperienza di altre persone, che possono indicare un metodo, più che una direzione, per sognare una proposta concreta su un tema che sceglieranno nel corso del laboratorio.
«I cattolici hanno contribuito alla nascita dello Stato democratico in Italia – aggiunge il presidente diocesano di Azione Cattolica Giuseppe Casale – contribuendo attivamente alla scrittura e all’approvazione della Costituzione nonché alla vita politica dell’Italia negli anni a seguire. Nella DC, che costituiva il partito di riferimento dei cattolici, come pure negli altri grandi partiti popolari della nostra tradizione politica, avvenivano la formazione e la selezione dei futuri quadri a tutti i livelli. Con la crisi dei partiti storici e l’avvento dei partiti-persona è venuto meno il fondamentale contributo che nasce dal confronto, anche aspro, e dal dialogo, elementi fondamentali per la vita della democrazia. “Artigiani di democrazia” vuole anche essere una proposta per colmare il vuoto che gli eventi degli anni recenti hanno determinato nel dibattito culturale del nostro Paese e di cui purtroppo stiamo già pagando il prezzo».
Il primo degli incontri pubblici si terrà il prossimo 26 ottobre alle 19,30 presso il Villaggio Don Bosco di Formia e avrà come ospite Enrico Letta, presidente dell’Istituto Jacques Delors, a cui i giovani rivolgeranno domande a partire dal suo libro “Molto più di un mercato”, che hanno letto e studiato insieme all’equipe diocesana che accompagna il cammino, proponendo a tutti i partecipanti la loro chiave di lettura.
Si parte da lontano, dall’Europa, per sottolineare la necessità di guardarsi da lontano per conoscere appieno la propria identità, uscendo dalla trappola della chiusura e del localismo, che porta a diventare irrilevanti in un mondo dove tutto è costituzionalmente connesso.
l’Equipe LAB! Artigiani di democrazia