Veglia Diocesana di Pentecoste: il grido della Terra

Sabato 18 maggio alle ore 20.30, presso il piazzale antistante il Santuario della SS. Annunziata a Gaeta, si svolgerà la Veglia Diocesana di Pentecoste, promossa dalla Consulta Diocesana delle Aggregazioni Laicali in collaborazione con l’Ufficio Diocesano di Pastorale Sociale e Ambientale e il coro della parrocchia di San Giuseppe Lavoratore di Formia. Nella piazza, che si fa santuario, il popolo di Dio della Chiesa di Gaeta accoglierà lo Spirito, nella testimonianza di essere un solo corpo in cammino verso le periferie del mondo per l’annuncio che Cristo è veramente risorto.

“Il grido della Terra” è il tema scelto per questa Veglia, per ricordare che questa terra, maltrattata e saccheggiata, oggi si lamenta e con essa, tanti dei suoi abitanti. Papa Francesco invita ad ascoltarli, sollecitando tutti e ciascuno a una “conversione ecologica”, cioè a “cambiare rotta”, assumendo la bellezza e la responsabilità di un impegno per la “cura della casa comune”, orientando i nostri sforzi per un’ecologia integrale che deve mettere al centro la preoccupazione per la natura, la difesa dei poveri e l’impegno sociale per il bene collettivo. E mons. Vari nella lettera pastorale “Pescatori di luce” annota che “l’ambiente per salvarsi deve poter contare su gente che ama l’altro come sé stesso, includendo nell’altro anche le generazioni future, e considera ognuno un fratello, una sorella.”

La Veglia include la Lettera ai Romani (8,18-27), dove si legge che anche la creazione, geme e soffre e nutre la speranza di essere liberata dalla corruzione. È il gemito della creazione, distorta dall’inizio a causa del peccato dell’uomo, schiava dei capricci dell’uomo, devastata, inquinata e resa sterile dall’egoismo degli uomini. La creazione però, non si rassegna, poiché ha qualcosa da attendere: la sua schiavitù cesserà e i suoi dolori partoriranno un mondo diverso, realmente fatto per l’uomo nell’amicizia di Dio.

Perché non tutto è perduto, in quanto gli esseri umani, capaci di degradarsi fino all’estremo, possono anche superarsi, ritornare a scegliere il bene e rigenerarsi, al di là di qualsiasi condizionamento psicologico e sociale che venga loro imposto.

Come è avvenuto per Federica Vivian, del Movimento dei Focolari, che lavora nella Segreteria Generale del Sinodo e collabora al progetto “Villaggio per la Terra”, la quale durante la sua testimonianza racconterà su come ha assunto la sensibilità alla cura della Terra e come questa sensibilità si è tradotta nel vissuto e nell’impegno concreto.

Nella Veglia si invocherà lo Spirito Santo affinché scenda ancora sulla terra a fasciare le ferite che l’egoismo sfrenato degli uomini ha tracciato sulla sua pelle, a restituirle il manto dell’antico splendore e a permeare tutte le cose affinché il deserto, finalmente, ridiventerà giardino, e nel giardino fiorirà l’albero della giustizia, e frutto della giustizia sarà la pace.

A conclusione della Veglia, l’Arcivescovo Luigi Vari consegnerà il mandato ad ogni partecipante per assumere l’impegno della cura della casa comune riducendo il degrado ambientale e il cambiamento climatico attraverso uno stile di vita sobrio e sostenibile.