Migrantes / Il vescovo ha incontrato i comuni con Sprar e Cas

L'incontro si è svolto sabato 9 febbraio in episcopio

Curia di Gaeta

Si è svolto sabato 9 febbraio in episcopio un incontro fortemente voluto dall’arcivescovo di Gaeta Luigi Vari per conoscere la situazione dei migranti, ospiti delle strutture SPRAR e CAS presenti sul territorio della diocesi. Persone che sono in attesa di riconoscimento dello status di rifugiato, o di permesso di soggiorno. L’incontro ha affrontato anche quali potrebbero essere le eventuali difficoltà che si evidenzieranno nei prossimi mesi.

Sono stati invitati solo i comuni coinvolti con le realtà dei CAS e degli SPRAR. Erano presenti rappresentanti dell’amministrazione dei comuni di Castelforte, Formia, Itri e Monte San Biagio insieme con i rappresentanti delle strutture che operano in alcuni centri di accoglienza. Tra di essi, il GUS che gestisce lo SPRAR di Formia e quello di Minturno, la Cooperativa Alternata SILOS, i rappresentanti dello SPRAR di Itri, dell’Associazione Solidarietà e dell’Associazione Insieme Immigrati in Italia. Erano inoltre presenti il direttore e alcuni membri dell’equipe diocesana della Caritas e la direttrice dell’Ufficio diocesano Migrantes.

Il Vescovo ha affermato il suo desiderio di ascoltare e conoscere, attraverso le persone che sono a contatto con i migranti ospiti, le eventuali problematiche che potranno presentarsi con l’applicazione della legge 132/2018. Certamente non ci sono soluzioni semplici per problemi complessi per questo è indispensabile l’ascolto per interrogarsi sull’impatto della suddetta legge anche sul territorio.

Emerge che il taglio delle risorse non permetterà più la mediazione con il territorio, men che meno l’integrazione; già ora si colgono delle difficoltà che andranno sempre più ad aumentare e le comunità etniche stanno vivendo una tensione crescente proprio in vista dei disagi ulteriori che si prevedono.

Tra i suggerimenti emersi si sottolinea l’importanza di fare una giusta informazione sul fenomeno e su tutto ciò che riguarda le attività svolte nei centri preposti all’accoglienza. È necessario fare un’analisi e capire i bisogni degli ospiti a partire dalle differenze anche culturali. Inoltre, si sottolinea che servono dei servizi di bassa soglia da attivare per sopperire ai tagli che sono previsti con l’applicazione della legge sulla sicurezza.

Tutti convengono che sia necessario avviare un osservatorio per cogliere la realtà attuale e le conseguenze prossime. Un’altra necessità che i partecipanti al tavolo hanno sottolineato riguarda l’urgenza di fare rete per scambi di informazioni, buone pratiche, aggiornamenti sulle applicazioni che si attendono della legge oggetto di discussione. Dunque, questa rete deve necessariamente comprendere gli amministratori, gli operatori del terzo settore e le strutture della Chiesa diocesana coinvolte su questo tema.

Maria Giovanna Ruggieri